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Serra Pelada, continua

 

 

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Da un articolo (Gente Viaggi, 1985) di Luigi Bellavita con foto di Peter Frey, sulla miniera dell’amazzonia brasiliana, da me qui adattato secondo le esigenze del sito.
                                                                                      (vai a inizio articolo)
 

 

   
 

 

   
 

Il Garimpo della Serra Pelada.

 

Pag. che ho preparato con  G. Cazzulani.

 
   
(continua)

Attorno a tutto ciò si forma una pazzesca società: venditori di pale e di acqua, venditori di alcool e strozzini, avvoltoi appollaiati sull’orlo del garimpo in attesa che il garimpeiro finisca le sue risorse per offrirgli mezzi, sostentamento, denaro in cambio di una partecipazione agli utili. Cosi accade spesso che per uno che lavora, altri tre, quattro, sette, stanno ad aspettare come sciacalli il loro pasto. Gli intrecci finanziari si trasformano inevitabilmente in una rete più o SERRA PELADA E GARIMPEROS AL LAV ... ORO ! meno complessa di rapporti sociali o politici. Fortune gigantesche sono nascoste nella terra, fortune che balzano alla luce da un momento all’altro e che confortano gli sfortunati, che anche per loro verrà il momento. Ma fortune altrettanto gigantesche si possono formare accanto a queste, storie che sembrano appartenere alla tradizione della corsa all’0ro di ogni tempo. Rosalvo Macedo Pinto, per esempio, 53 anni. Dopo aver passato tutta la sua vita a vendere fettucce, nastri, aghi, ferri da calza e bottoni, di villaggio in villaggio, muovendosi su zattere nella giungla, dopo aver comprato terre e piantato pepe, dopo aver tentato di entrare nel grande giro della legna impiantando una segheria che senza grandi capitali alle spalle si tramutò in una rovinosa bancarotta, approda al garimpo. Non é più giovane. Non ha le energie, né la disperazione dei garimpeiros. Ma è un commerciante. Quale é il bene più indispensabile per il cercatore? Può anche non mangiare, può scavare la terra con le mani, ma non può fare a meno dell’acqua. Non può lavare la terra in altro modo che con l’acqua. E l’acqua va portata sul posto, va fatta scorrere perché la pietra sia pulita, depurata dal fango. Così Rosalvo Macedo Pinto si mette a vendere acqua. Chiede due grammi d’oro ogni cinque metri cubi di terra lavata. Guadagna al punto di comprarsi cinque garimpos che fa lavorare ad altri. Un affare da 670.000 dollari ottenuto con un capitale di 10.000 dollari. Forse uno dei più grandi investimenti della storia. Lo stesso si può dire di una ditta giapponese che stava per fallire, la Yanmar. Produceva, ma non riusciva più a vendere, pompe a motore diesel per l'agricoltura. Stava per fallire quando grazie a Serra Pelada é diventata di colpo la più potente del settore: metà delle 20.000 pompe vendute nel 1983 sono sue. Nel 1981 la vendita era a zero. Ma ogni barranco ha bisogno di una pompa dell’acqua...

Due garimperos salariati riscuotono la paga a fine giornata: 10000 mila lire al giorno per portare, in superficie, a spalla, circa 2500 chili di terra e sassi.

 

La Banca centrale brasiliana paga l’oro al prezzo ufficiale, anche se i suoi esperti valutano le impurità in proporzione maggiore alla realtà, dicono i garimpeiros. Ma paga. In cruzeiros, naturalmente. Alla Banca centrale i 900 milioni di dollari l’anno d’oro costano in realtà molto poco: solo il prezzo della carta e della stampa dei cruzeiros corrispondenti. Questa è una delle ragioni per cui si intensifica il contrabbando.

A trasformare Serra Pelada da collina scavata da disperati garimpeiros in un affare di migliaia di miliardi di cruzeiros, per centinaia di migliaia di persone, sono bastati pochi mesi: dal febbario 1980 alla fine di maggio dello stesso anno. Il 20 di maggio si verifica l’intervento che non poteva non avvenire, l’arrivo del militare di turno: CONTINUA.
 

 

 

 

 

 

 

 

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