Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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giacimenti oro nativo

 

 

pubblicazione di Miniere d'Oro(2003) web.tiscali.it/minieredoro(2004) www.minieredoro(2006 / 2023)

 

 

Pagine della Tesi sull'oro della Val d'Ayas, qui tradotte in Italiano: tramite il cerchio giallo, se vuoi puoi anche vederla nella sua lingua originale (francese).

 

  TESI SUL DISTRETTO AURIFERO DI CHALLAND    

                                                                                   Federica

 

Questo settore comprende quattro filoni: Fenilliaz, Speranza, Innominati e Gaebianche. Si trovano tutti in matrici di gneiss paleozoici e si definisce tipo “Fenilliaz” il quarzo ad oro nativo. Le loro dimensioni e la loro ricchezza sono le più importanti dell intero distretto (fig. 30 e 36 DA INSERIRE).

 
 

Filone Fenilliaz (Au)

 

Foglio Gressoney X= 402,5 - Y= 5062, 7 a 5067,8

 
 

Accesso:  Nonostante la sua posizione in cima alla parete, il suo accesso è agevolmente raggiungibile attraverso il sentiero che da La Croix si dirige verso SW.

 

Lavori: Questo filone è stato in gran parte esplorato attraverso sette livelli di gallerie comunicanti tra loro per mezzo di numerosi pozzi e discenderie. Le gallerie sono state numerate man mano che i lavori procedevano e si sviluppano per una lunghezza totale di 2500 m (fig. 35). Il minerale estratto veniva trasportato attraverso le discenderie fino al livello più basso (n°7) e da qui veniva portato all’esterno per mezzo di vagoncini. Poco più sotto vi era una teleferica, oggi scomparsa, che trasportava il tutto a valle. Ai nostri giorni questa miniera è ancora in buono stato e la sua visita non è pericolosa. Nonostante le entrate delle gallerie 2 e 6 siano franate e l’accesso esterno delle gallerie 4 e 5 sia pericolante, all’interno della miniera si può passare da un livello all’atro per mezzo delle discenderie che non presentano grandi pendenze (in media 45°).

 

Geometria: Il filone ha una direzione compresa tra N60 e N90, pendenza tra 40° e 60°, la sua direzione media di sviluppo è N65, 45NW (fig. 24). La sua estensione orizzontale è di 400 m mentre il suo dislivello è di 300 m. La sua potenza varia da 0,3 a 1,5 m, con una media di 0,8m. Si trova incassato gneiss minuti di diverso tipo: anfiboliti, gneiss occhiadini, gneiss anfibolitici, ecc. Termina qualche metro dopo aver superato il punto di contatto di queste rocce con i marmi triassici. Sotto l’entrata n°1, esso si divide in tre filoni paralleli che si congiungono prima della galleria numero 2. Questo fenomeno di sdoppiamento lo si rincontra nel fondo della galleria numero 2. Le gallerie tagliano di frequente dei blocchi tettonici di marmi triassici intercalati negli gneiss; da ciò si può supporre che i marmi che compaiono nella parte mediana delle gallerie 1,4,5 e 6 e all’inizio della 7 appartengono allo stesso blocco che ha la forma di una colonna di 100 m di altezza con uno spessore di 20 metri, pendenza di 50° E (fig. 33). Queste lenti sono delimitate dalle faglie N120 e N160 che discendono il filone con un’inclinazione obliqua dell’ordine di 10 m (livello 4) che presenta delle intrusioni apparentemente non legate alle serpentini. Le due faglie hanno una doppia importanza: in primo luogo per la presenza di lenti triassiche all’interno dei gneiss e poi per il loro andamento rispetto al filone in quanto lo discendono seguendo un movimento verso destra. Le osservazioni sulle relazioni tra le differenti direzioni delle fratture del settore Fenilliaz sono state in parte confermate da J. Pocachard (1980) attraverso la proiezione magnetometri della parte sommitale della parete di Fenilliaz . Egli mette in evidenza tre anomalie magnetiche: N70 in prolungamento del filone, N125 che raggiunge la N70 e N180 che si pensa dovuta alla presenza di lenti di serpentini alla profondità di 15 m che provocano l’interruzione della frattura N70.

 

ESTENSIONE: I limiti di questa frattura mineralizzata sono noti: il filone affiora in superficie sulla parete così come sulla sommità dove si interrompe al contatto con gli gneiss triassici e si assottiglia verso il fondo delle gallerie fino a ritrovare lo stesso contatto. Più a valle, a 1525 m di altezza, un piccolo traversobanco incontra il filone nella parte N della parete. Qui il filone, meno in pendenza rispetto alla pendenza tettonica, si interrompe bruscamente in un valloncello laterale dopo aver incontrato la Faglia della Ranzola. Di conseguenza si può supporre che durante la fase di spostamento verso l’alto degli gneiss formanti la cupola di Arcesaz, il filone Fenilliaz era già formato e veniva quindi spostato, sezionato.

 

Mineralizzazione: La ganga è rappresentata soprattutto da quarzo bianco massiccio (con qualche drusa tappezzata da bei cristalli che raggiungono i 10 cm di lunghezza) incrostati da ossidi di ferro. Questi cristalli mostrano dei fenomeni di rigenerazione e incrementi incompleti (Colomba 1907). Siccome il filone si trova incassato nei marmi, il quarzo si trova mischiato a della calcite; gli altri composti minerari sono l’ankerite e l’argilla. Nella parte alta, gli gneiss della roccia madre comprendono sericiti, quarziti, piriti di qualche cm di spessore; questa alterazione qui sembra meno evidente rispetto a quando il filone è incassato in ofioliti. L’oro è di tipo nativo, in macchiettature o in aggregati dendritici sul quarzo. L’oro è cristallizzato in ottaedri millimetrici sull’estremità degli aggregati detritici (Colomba 1907). Dopo l’estrazione del quarzo, le pagliuzze misurano tra 0,2 e 2 cm. I solfuri sono presenti ma non molto abbondanti: si tratta soprattutto di pirite cubica racchiusa in uno spazio di pochi decimetri. Essa è più abbondante nella parte superiore del filone, a partire dal livello 4 fino al pozzo superiore (1716 m). i cubi di pirite sono quasi sempre fortemente ossidati. Gli altri solfuri (galena, marmi grigi, calcopirite) sono molto rari e si trovano nella parte alta del filone con la pirite massiccia e i loro ossidi (malachite e azzurrite). Le maggiori coltivazioni aurifere sono riportate nella fig. 33 grazie ai progetti dell’ Evancon Gold Mining Company (1906) e di Hot (1910). Entrambi gli studi dimostrano una ripartizione di oro abbastanza omogenea, ma si denota anche una notevole concentrazione verso il fondo delle gallerie, qualche metro prima dell’interruzione della frattura dovuta a rocce meno ricche. Questo fatto è facilmente spiegabile da un semplice fenomeno di deposito di materiale nelle zone ad estensione di questa frattura. Questa concentrazione di oro nel fondo delle gallerie permette di spiegare il motivo per cui questo ricco filone è stato scoperto tardi, verso il 1890, quando il resto dei filoni dell’intero distretto erano conosciuti ormai dall’inizio del XVIII secolo. Nonostante ciò, riportiamo ugualmente l’affermazione di Bitossi per quanto riguarda la posizione dell’oro: l’oro nativo si trova per lo più nelle piccole fratture oblique rispetto all’andamento del filone stesso.

 

Prospettive: Il tenore medio di coltivazione dell’oro di Fenilliaz era di 14 g/t. Il filone è stato interamente sfruttato e le sue estremità sono note. Tuttavia restano alcune zone nella parte inferiore del filone stesso ad un altitudine compresa tra 1525 m e 1620 m. il loro volume può così essere calcolato: galleria 4 2400 metri cubi; galleria 5 1080 metri cubi; galleria 6 5760 metri cubi; galleria 7 5520 metri cubi. Per un totale di 14760 metri cubi equivalenti a 40000 t. E’ difficile stimare il tenore di oro di queste zone, ma pensiamo che esso è più basso di quello noto per il resto del filone: potrebbe essere compreso tra 5 e 10 g/t che corrisponde a 200 o 400 kg d’oro potenzialmente estraibile. D’altra parte per quanto riguarda la prosecuzione del filone a N della faglia della Ranzola, non abbiamo idea di quanto può essere lo spessore degli scisti che ricoprono il filone. E’ probabile che la faglia abbia una struttura verticale e decrescente.

Puoi vedere questo stesso argomento descritto invece dall'autore del sito.

 
 

Filone Speranza (Au)

 

Foglio Gressoney 1:25 000    X= 402,5     Y= 5067,5    Z= 1620 m a 1720 m

 
 

Accesso: E’ lo stesso del filone fenilliaz, in quanto si tratta di due filoni tra loro paralleli e distanti 100 m. Inoltre sono dello stesso tipo, ad eccezione dello spessore e del tenore dell’oro.

 

Lavori:  Questo filone è stato parzialmente esplorato tra il 1906 e il 1950 attraverso 4 gallerie di esplorazione (livelli 1623, 1648, 1665 e 1675 m),, un traversobanco di 85 m di lunghezza che lo collega al filone Fenilliaz e delle discenderie che mettono in comunicazione tra di loro i diversi livelli (fig. 35). Le gallerie hanno una lunghezza complessiva di 560 m (fig. 34). Questa miniera è ancora in buono stato, nonostante il livello 1665m non sia più accessibile in quanto colmo di detriti, così come l’estremità del livello 1648m.

 

Geometria, estensione: La direzione del filone varia tra N70 e N110 (mediamente N75) e la sua pendenza è di 45°NW (fig. 31 e 24). Presenta una lunghezza inferiore a 130m e un dislivello inferiore a 80m; il suo spessore varia tra 0,05 e 1m la media è 0,3m. Come nel caso del filone Fenilliaz, le faglie N120 e N160 delimitano delle zone triassiche e discendono il filone seguendo un movimento verso destra(fig. 33). L’estensione di questo filone non è conosciuta: sul fondo delle quattro gallerie di sfruttamento e sotto il livello più basso, esso si prolunga parallelamente al filone Fenilliaz senza raggiungerlo. Se si prolunga verso S il contatto gneiss-marmi della fig. 35, la frattura potrebbe prolungarsi di 80 m.

 

Mineralizzazione: È dello stesso tipo di quella del filone Fenilliaz: quarzo, oro nativo, solfuri poco presenti e rappresentati più che altro da pirite. Si ritrova, nella parte più antica, lo stesso fenomeno di concentrazione d’oro lontano dall’entrata delle gallerie (fig. 34). 

Prospettive: Il tenore di sfruttamento dell’oro estratto di 5 g/t si trova in accordo con i valori della società Rivetti. Queste cifre ci sembrano un po’ basse se le compariamo con il filone Fenilliaz che è dello stesso tipo. L’esistenza di un prolungamento nella parte bassa e nel senso della lunghezza giustificano una potenziale presenza di oro nel filone Speranza, ma per contro, lo spessore e soprattutto il tenore sono insufficienti per poter giustificare costosi lavori di assaggio.

Puoi vedere questo stesso argomento descritto invece dall'autore del Sito.
 
 

Filoni Innominati (Au)

 

Foglio Gressoney: X= 402,5    Y= 5067,3   Z= 1580m a 1720m

 
 

Accesso:  Proseguendo il sentiero che porta a Fenilliaz si arriva in cima alla parete; bisogna spingersi in direzione S, seguendo la cresta finchè si incontra il secondo valloncello tendente ad E-W. Accesso piuttosto difficoltoso per l’asprezza del terreno.

 

Lavori:  Sono costituiti da una sola piccola galleria di 10 metri di profondità situata a 1600m di altitudine.

 

Geometria: Tre filoni, di cui uno sterile, affiorano sul fondo del vallone su alcuni anfiboliti a grana molto fine. I filoni mineralizzati hanno una direzione N80 e una pendenza compresa tra 40° e 60° NW. Le loro dimensioni non sono completamente misurabili in quanto la parte bassa è irraggiungibile trovandosi in parete; sicuramente hanno una lunghezza inferiore ai 20m e un dislivello di 50m-, il loro spessore è compreso tra 0,5 e 1m. Il filone sterile è trasversale rispetto agli altri e ha una direzione N175- 70°W. È ricoperto e disceso dai filoni mineralizzati.

 

Mineralizzazione: La ganga dei filoni mineralizzati è soprattutto formata da quarzo bianco e un po’ di ankerite. Il quarzo del filone sterile non ha lo stesso aspetto: colore grigiastro, splendore lucido, aspetto vitreo. La mineralizzazione consiste in pirite e calcopirite molto abbondanti nella piccola galleria, mischiate a del quarzo e incassate in anfiboliti. Hotz (1910) segnala di non aver trovato oro nativo in questo filone.

 

Prospettive: Sarebbe utile sapere se questi filoni sono o meno auriferi; proponiamo quindi una campionatura sistematica delle zone mineralizzate. Alla luce dei risultati, il proseguimento della galleria potrebbe essere preso in considerazione.

Puoi vedere questo stesso argomento descritto invece dall'autore del Sito

 
 

Filone Gaebianche (Au)

 

Foglio Gressoney X= 402,1   Y= 5067,5   Z= 1230

 

Gran parte del filone è inaccessibile a causa della posizione a metà parete.

 
 

Accesso: Diversi sentieri portano al filone (fig. 36) ma sono estremamente pericolosi (forte pendenza). Il sentiero che parte da Graines in direzione NW conduce alla parte superiore e alla galleria. Quello che parte dal tornante sulla strada per Graines a quota 1329m porta alla zona mediana del filone.

 

Lavori: Sebbene sia il maggior filone del distretto, non è stato esplorato: una galleria di 65m è posta a 1505m d’altitudine, un pozzo profondo 20m (1550m di altitudine) e qualche assaggio nella parte inferiore (fig. 37)

 

Geometria: La sua direzione varia tra N90 e N120 e la sua pendenza è di 40°N o NE. Direzione e pendenza media sono N105, 40°N (fig.24). In superficie misura meno di 80 m di lunghezza e 1500m di dislivello. Lo spessore varia da 0,5 a 2,5m con una media di 1,2m. Alla base è incassato in ortogneiss occhiadini ed è costituito da una mistura di quarzo e gneiss di 2 m di spessore. Risale la parete, ricopre il contatto dei due diversi tipi di gneiss paleozoici e si divide poi in due parti (1450 m): qui presenta anche delle intrusioni di gneiss minuti alterati con patine rossicce su quarzo massiccio. Nella parte superiore, ciascuna delle due parti si suddivide ulteriormente in due, formando quattro ramificazioni che si interrompono al contatto tra i gneiss e le serpentiniti (fig. 36 carta 1:5000). La ganga quarzosa della ramificazione più alta è sostituita da un misto di quarzo e fucsite ricoperti da una patina rossiccia. La ramificazione più bassa, quella dove si apre la galleria, prosegue fino alla sommità della parete senza diminuire di spessore, ma il suo prolungamento è nascosto dalla copertura quaternaria.

 

Mineralizzazione: La ganga è costituita essenzialmente da quarzo massiccio bianco. Frequenti sono le intrusioni di anfiboliti alterati. Nella parte superiore, sopra l’entrata della galleria, il quarzo è molto fratturato e fortemente colorato di rosso a causa degli ossidi di ferro. L’oro non è stato trovato ma, secondo Stella, la società inglese ne ha trovato 2 g/t nel minerale proveniente dalla galleria. La pirite è presente sotto forma di cubi disseminati nel quarzo ma non in gran quantità, così come la malachite e l’azzurrite. In superficie questo filone è quindi poco mineralizzato.

 

Prospettive: I soli dati disponibili circa il tenore dell’oro, secondo la società inglese, è 2 g/t. Questo valore si accorda con quelli dei filoni della stessa direzione (N100) (fig. 24). Visto il tonnellaggio del minerale disponibile e le rassomiglianze con il tipo Fenilliaz, pensiamo che sarebbe utile proseguire la galleria esistente per 50-80 m. In effetti, nei filoni ricchi di tipo Fenilliaz, è stata riscontrata una concentrazione d’oro in profondità (100m).

Puoi vedere l' argomento Gaebianche descritto invece dall'autore del Sito.
 
 
 

Col de Joux (Au)

Foglio Gressoney X= 400,6 Y= 5067,6 Z= 1530m

 

Accesso: Attraverso la strada che da Brusson porta al Col de Joux, un sentiero conduce in direzione Sud; i filoni si trovano sopra ad un ghiaione e proseguono restando abbastanza in quota. (fig. 41)

Lavori: I filoni sono stati solamente raschiati nel punto in cui la mineralizzazione è maggiore. Sono state scavate due gallerie a 1540 m e 1690m.

Geometria: Il filone si suddivide in quattro ramificazioni a quota 1650. Queste ramificazioni sono seguibili fino ad una quota di 1780m poi diventano inaccessibili. La loro direzione è N10 e la pendenza è 75W. Il loro sviluppo totale è di più di 10 m in lunghezza con un dislivello di 250 m, la loro potenza varia tra 0,2 e 1,2 m con una media di 0,6m. Si trovano incassate in ortogneiss occhiadini. Nei pressi della galleria inferiore gli gneiss occhiadini presentano un’intrusione di quarzo.

Puoi vedere l'argomento Col de Joux, ma descritto dall'autore del Sito.

 

 

 

P.S.  Le figure citate che non sono presenti è perché devo ancora inserirle.