Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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pubblicazione di Miniere d'Oro(2003) web.tiscali.it/minieredoro(2004) www.minieredoro(2006 / 2023)

 

 

 

Accesso : Da Challand Saint Anselme si prende sulla sinistra la strada diretta al Col Tzecore (Zuccore) e non appena oltrepassato il villaggio di Arbaz ci si incammina per la "poderale" (foto a lato) indirizzata anche alle miniere di Bechaz, per abbandonarla dopo 300 metri circa. Per la precisione questa strada inizia in salita per una ventina di metri, quindi presenta un tratto in piano poco più lungo per poi irripidirsi di nuovo come prima. Dopo di questo, la pista aggira la cresta boscosa e volge nuovamente in piano. E' qui che bisogna abbandonare subito il comodo percorso per salire verticalmente nel bosco soprastante la strada ed arrivare così in una ventina di minuti di risalita senza sentiero, che si articolerà tra brevi tratti ripidi e più  lunghi pianori, al cantiere interessato (1670 m. slm), il quale é posto sulla cresta che si sta risalendo sin da quando si ha lasciato la poderale e che da un lato guarda le case di Arbaz e dall'altro i boschi di Bechaz. NOTA BENE: poco prima prima di raggiungerlo s'incontrerà inevitabilmente un canale che attraversa orizzontalmente tutto il bosco: il lavoro minerario é situato duecento metri più a monte di detto canale. Verrà individuata dapprima la piccola discarica e, sul suo colmo, il pozzo in questione.

 

 

                                                                   foto A. Pastorelli

 
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Lavori: Si tratta di una trincea e di un grosso pozzo pressoché verticale e profondo 10-13 metri scavati per la ricerca del rame dalla Società l'Esploratrice negli ultimi anni del 1800, con "dichiarazione di scoperta" del 2/9/1854. Nell'immagine che segue è praticamente visibile la reale profondità del pozzo (cioè 13 o 14 metri) perché la foto fu scattata quando il livello dell'acqua era quasi a "zero".

 

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Mineralizzazione : il materiale quarzoso della vicina discarica contiene, oltre alla Pirite, anche Galena ed Ematite, ma i minerali prevalenti sono di gran lunga costituiti dalla Calcopirite e Bornite.

 

 

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Indicazioni stradali con Google

Puoi collaborare inviando materiale generico o resoconti di esperienze personali: le schede riporteranno il tuo nome  (vedi qualche esempio).

Per la Rete. Oltre alle conseguenze nelle quali spesso s’incorre, tipo intervento da parte di terzi legittimamente interessati (un esempio), copiare o utilizzare contenuti d’altri siti porta quasi sempre a risultati screditanti per il proprio lavoro, soprattutto nel caso il materiale fosse tratto da web ben conosciuti e molto visitati i cui utenti, nel caso appunto ravvisassero (accidentalmente?) il contesto di cui sopra, considererebbero detta scopiazzatura come rivelatore della mancanza di buon gusto oltre che di idee nei confronti del gestore del sito in “odor” di plagio . In ogni caso si tratterebbe di un gesto che, al di la delle apparenze iniziali, non offrirebbe al proprio web alcuno sviluppo positivo per il semplice motivo che non è generato da un’azione costruttiva bensì passiva.  A mio modesto avviso, un sito per risultare interessante deve avere una propria personalità nella scelta dei contenuti e nel modo in cui questi vengono presentati: meglio ancora se caratterizzato da alcune informazioni non  facili da reperire. Altro che copiare da altri siti. Per il cartaceo. Talvolta vengo a sapere che qualcuno ha utilizzato paragrafi del sito nella stesura di qualche suo lavoro su cartaceo (libri ecc.): non mi riferisco certo ai seri scrittori e giornalisti che con una comune richiesta di autorizzazione via e-mail (la concedo sempre, salvo particolarismi) mi appagano anzi di soddisfazione per quanto concerne la mia attività in rete (e ciò mi basterebbe), ma piuttosto alle persone che pubblicano il contesto non solo senza chiedermene per semplice formalità il consenso, ma addirittura senza la buona educazione di citare, nel prodotto finito, il fatto di avere in qualche misura attinto anche dalle mie pagine. Non riporto per esteso le credenziali dei "maldestri autori" dei quali mi sono finora accorto perché ritengo che i loro nomi (e pubblicazioni annesse) non meritino qui di essere "pubblicizzati" in alcun modo, cioè esattamente al contrario e nel rispetto di come invece solitamente mi comporto con tutte le persone che mi contattano in simili circostanze e delle quali in seguito io segnalo appunto con piacere (è nell'interesse informativo del sito) la pubblicazione che li riguarda. Insomma, una questione d'impostazione e correttezza reciproca che tra l'altro può solo agevolare entrambi.