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Descrizione geologica

 

 

pubblicazione di Miniere d'Oro(2003) web.tiscali.it/minieredoro(2004) www.minieredoro(2006 / 2023)

 

 

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Qui sei nelle pagine che ho realizzato, estrapolando e riordinando secondo le esigenze del sito, buona parte delle argomentazioni mineralogiche e minerarie trattate in una pregevole tesi di Laurea sull'alta Val Sesia. (vai a inizio Tesi)

 

   

Dalla tesi di Laurea di Alessio Rimoldi, su suo gentile consenso e che ringrazio per averla resa disponibile al mio Sito.

 
   

 

 

Descrizione delle unità litologiche costituenti il territorio comunale.

 

Il substrato roccioso funge da basamento per la vita, le piante si fissano alla roccia, ne attingono i nutrimenti necessari, trasformando, per mezzo dell'energia solare, le sostanze inorganiche in molecole organiche. Gli animali a loro volta si alimentano delle molecole organiche già sintetizzate dalle specie autotrofe (piante).

Le rocce che formano il substrato sono costituite da minerali. Questi ultimi sono delle sostanze aventi una composizione chimica ben individuabile, organizzata in un ben preciso reticolo cristallino.

Le rocce, ovviamente, non sono tutte dello stesso tipo, bensì si possono classificare in base all'origine e quindi in base alla composizione mineralogica, le quali sono strettamente connesse.

In base alla loro origine esistono tre tipi di roccia fondamentali, costituite da minerali peculiari per ogni categoria: esse sono le rocce ignee, le rocce sedimentarie e le rocce metamorfiche.

Le rocce ignee si formano in seguito alla solidificazione del magma liquido che è presente all'interno della Terra. Possono essere intrusive se permangono al di sotto della superficie terrestre, ed effusive se invece fuoriescono dalla superficie (vulcanismo). Un esempio di roccia ignea intrusiva è il granito.

Le rocce sedimentarie derivano dall'erosione, trasporto e accumulo di sedimenti di varia origine, che subiscono poi il processo di litificazione o indurimento (diagenesi). Un esempio di roccia sedimentaria è la dolomia, che costituisce il famoso gruppo delle Dolomiti.

Le rocce metamorfiche sono le più comuni e le uniche presenti nel Parco Alta Valsesia, derivano dalla formazione di nuovi minerali a partire da quelli delle rocce precedentemente descritte,la trasformazione avviene allo stato solido ed è veicolata da temperature e/o pressioni elevate.

Le rocce metamorfiche si dividono in Scisti (aspetto fogliaceo), Gneiss (aspetto fogliaceo, ma più compatto), Granuliti (aspetto massiccio).

Le rocce che costituiscono una porzione di crosta terrestre possono essere raggruppate, in base al comune ambiente geologico di formazione e ai processi di formazione subiti, in unità strutturali.

Il substrato roccioso del comune di Carcoforo è costituito da tre unità distinguibili in: Unità del Monte Rosa, Unità Piemontese dei calcescisti con Pietre Verdi, Unità Sesia-Lanzo.

Di seguito ne verranno descritte le caratteristiche principali:

 

Unità del Monte Rosa

L’unità del Monte Rosa ha origine dalla solidificazione di un corpo magmatico che si raffreddò all’interno della Crosta terrestre durante l’era Paleozoica (300 Ma fa). Questa formazione rocciosa, denominata Cristallino Antico, subì un processo di metamorfismo durante la formazione del Supercontinente Pangea (250 Ma fa), per mezzo del quale parte dei minerali originari furono sostituiti con degli altri. Durante questa fase il Cristallino fu anche sede di numerosi fenomeni magmatici, si formarono così dei corpi e delle vene magmatiche che si introdussero all’interno delle fratture della roccia.

Nell’era Mesozoica (200 Ma fa), l’Unità del Monte Rosa venne fratturata e divisa a causa della formazione dell’Oceano Ligure-Piemontese, che separò il continente euro-asiatico da quello africano.

I due continenti rientrarono in contatto nell’era Cenozoica (65 Ma fa); durante l’orogenesi alpina il Cristallino Antico subì ulteriori trasformazioni, avvenne un nuovo metamorfismo dei minerali già esistenti, formandone di nuovi; si formarono delle fratture che suddivisero l’unità in sotto-unità con caratteristiche diverse.

Verso la fine dell’Orogenesi alpina si verificarono altri fenomeni magmatici, che interessarono l’Unità del Monte Rosa attraversandola sotto forma di vene (filoni) e plutoni (corpi magmatici sotterranei di forma e dimensioni varie).

Ogni evento e trasformazione sopra descritti sono testimoniati dalla presenza di litotipi (elementi basilari dell’unità rocciosa), caratterizzati da minerali e grado di metamorfismo differenti.

Tra i litotipi che costituiscono l’Unità del Monte Rosa, lungo il sentiero, i più frequenti sono:

Gneiss occhiadini: caratterizzati da grossi cristalli bianchi di feldspato sodico intercalati a plagioclasio e muscovite; tutti i minerali sono ordinati e orientati lungo dei piani formatisi durante il processo di idromorfismo.

Micascisti: il minerale principale è la muscovite, che rientra nel gruppo delle miche. Questo litotipo ha subito un metamorfismo differente rispetto agli Gneiss Occhiadini, è una roccia molto scistosa, da cui il nome “scisto”, cioè è organizzato su piani paralleli, di aspetto fogliaceo.

Questi due tipi di roccia interagiscono con l’azione degli agenti esogeni in maniera differente.

 

TORRENTE GIOVANCHERA E MICASCISTI.

Torrente Giovanchera: si notino, non solo tra le due strisce rosse indicatrici, ma anche oltre, sul quel medesimo fianco roccioso, i classici micascisti a strati (come fogli di pietra)

 

Lungo il sentiero, il torrente Giovanchera scorre verso valle erodendo il substrato roccioso, si fa spazio tra le rocce riducendo al minimo gli attriti; incontrando una roccia molto scistosa, tende a scendere a valle seguendo la stessa direzione del piano di scistosità di questa. Durante la discesa, il torrente cambia la sua normale direzione (Sud-Est) scorrendo per brevi tratti verso Sud-Ovest e questa variazione è giustificata dalla presenza, in quegli anditi, di Micascisti con piani di scistosità orientati esattamente in quella direzione.

Una definizione geologica al riguardo: la giacitura è l’insieme di tre misure, immersione, inclinazione e direzione, utilizzando le quali è possibile ricostruire l’andamento tridimensionale di un corpo roccioso anche se coperto da vegetazione o reso inaccessibile a causa della morfologia.

 

Unità Piemontese dei Calcescisti con Pietre 'Verdi.

Il gruppo di rocce facenti parte dell’Unità Piemontese costituiva parte della crosta oceanica che si formò, nel Mesozoico, durante l’apertura dell’Oceano Ligure-Piemonte, che divise il continente Euroasiatico da quello Africano. Il fondale marino era costituito da roccia ignea, il basalto, e su di esso si depositarono dei sedimenti, che divennero rocce sedimentarie. I sedimenti e quindi le rocce da essi derivate, si differenziano tra loro in base agli organismi che abitavano l’oceano e alla vicinanza con la crosta continentale.

Durante il Cenozoico, l’oceano iniziò ad incunearsi al di sotto della crosta continentale africana, raggiungendo profondità diverse al di sotto della superficie terrestre.

I litotipi che costituiscono questa unità subirono un unico metamorfismo, quello conseguente l’Orogenesi alpina, ma con intensità diverse.

Il litotipo più rappresentativo è quello dei Calcescisti carbonatici con quarziti e marmi a silicati. Essi corrispondono a sedimenti di natura molto varia (calcari impuri, calcari marnosi, peliti), che dopo aver subito il processo di metamorfismo si trasformarono in marmi scistosi, micascisti carbonatici e filladi.

La crosta oceanica costituita da basalto si trasformò, ebbe origine il gruppo di rocce che prende il nome di Ofioliti (rocce "serpente" o Pietre verdi). Tra le Ofioliti che si differenziano in base al grado di metamorfismo subito, le più rappresentative sono le Prasiniti, le Serpentiniti e le Anfiboliti.

Ad oggi l’Unità Piemontese dei Calcescisti con Pietre Verdi si interpone tra l’Unità del Monte Rosa a Nord e l’Unità Sesia-Lanzo a Sud. La Cima Caucinera, a Nord-Ovest del Cimone Lampone, è ben visibile e distinguibile dal sentiero; essa rappresenta l’unica cima costituita da roccia calcarea presente nel territorio carcoforese.

 

Unità Sesia-Lanzo.

L’Unità Sesia Lanzo faceva parte della crosta continentale africana. Durante il processo di subduzione della crosta oceanica dell’Oceano Ligure-Piemontese, a causa di forze d’attrito molto forti, si staccarono dei lembi del margine continentale africano, che vennero trasportati al di sotto della superficie assieme alla crosta oceanica.

In questo ambiente subì il processo di metamorfismo che cambiò radicalmente la composizione mineralogica originaria.

Il metamorfismo, di età alpina, fu molto disomogeneo. L’Unità è caratterizzata da litotipi con grado di scistosità differenti.

Gli Gneiss Sesia-Lanzo affiorano lungo tutta la Val D’Egua e la Val Sermenza, da Balmuccia, dove passa la Linea Insubrica (questa separa le rocce che facevano parte del continente europeo a Nord con quelle che facevano parte del continente africano a Sud), a Carcoforo, poco oltre il Monte Lampone.

 

Dall’Alpe Giovanchera Bella, guardando in direzione Sud, si osserva il versante settentrionale della catena montuosa che separa Carcoforo da Rima S. Giuseppe; lungo questa si susseguono le tre unità (tipologie) rocciose sopra descritte.

 

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