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Nicolis de Robilant

 

 

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Chevalier Esprit Benoit Nicolis (Compte) de Robilant

 

Si é qui dedicata a Robilant una sezione descrittiva a più pagine perché il personaggio in questione ha avuto un ruolo fondamentale per le ricerche e sfruttamenti auriferi in Italia nel XVIII secolo. P.s. La pur breve biografia introduttiva qui a seguire è a sua volta suddivisa in due parti: questo perchè cercando informazioni al merito sono talvolta emersi punti tutt'altro che concordi. In pratica, se consideriamo la figura del Robilant basandoci su antichi testi quali ad es. quelli conservati presso gli Archivi Storici di Aosta, o anche libri più recenti ma che hanno sostanzialmente tratto ispirazione da documenti all'incirca contemporanei al personaggio in questione, ne consegue allora che il 'Cavaliere non solo persona preparatissima sulla materia mineraria, ma un vero e proprio luminare del contesto. Questo è quanto sostanzialmente riportato nella primo paragrafo qui a seguire con l'intento di conservare traccia di quanto ci sia stato tramandato.

Ma analizzando invece la vicenda storica oggigiorno (come si suole dire, a cose fatte), possono allora sorgere non pochi dubbi sui meriti della smisurata fama che fu attribuita a Robilant, o risulta per lo meno razionale chiedersi se sia o no il caso di ridimensionare un po' la tanto declamata rilevanza della sua competenza.

Di questo si accennerà nella seconda parte di questa pagina, riportando a titolo di esempio alcune riflessioni fatte da persona sicuramente esperta dell'oro italiano, nonché ricercatore storico.

 

 

Esprit Benoit Nicolis de Robilant (Torino 1724-1801), dopo aver combattuto valorosamente dal 1742 al 1748 come ufficiale di artiglieria seguì i corsi delle scuole minerarie di Freiberg e di Lipsia, visitò numerose miniere della Germania ed infine entrò in Piemonte nel 1752. Nominato Ispettore Generale delle miniere degli Stati Sardi sotto il regno di Carlo Emanuele III, Robilant aprì nell'Arsenale di Torino una Scuola Pratica di Mineralogia, mentre dirigeva i lavori nella miniera di Alagna. Visitò quasi tutte le miniere del Regno e facendone aprire molte alte eseguì varie ricerche sui minerali compilando un minuto ragguaglio sulle produzioni minerarie del Regno e una carta mineralogica. Per tali opere la sua fama si elevò tanto in Italia che persino il Pontefice Clemente XIV si rivolse a lui per migliorare il sistema di coltivazione nelle miniere dello Stato Pontificio e pure il Governo Veneto gli offrì una posizione elevatissima per la direzione mineraria, che egli rifiutò per non lasciare il Piemonte dove morì il 1° Maggio 1801. Di questo eminente studioso della materia mineraria (ed era anche ingegnere militare) fra le tante opere di mineralogia e metallurgia é da ricordare l'interessante "Essaie Géographique suivi d'une topographie souterraine minéralogique, et d'une docimasie des Etats de S.M. en terre ferme" pubblicato nel VI volume (1785) della Reale Accaddemia delle Scienze di Torino del quale é complemento interessantissimo la carta mineralogica del Piemonte (Sacco 1917).

 

 

Come già detto, alla luce di oggi questa descrizione "smagliante" di Robilant andrebbe forse  ridimensionata un pochino (beninteso, pur sempre apprezzando il ruolo fondamentale che l'illustre personaggio ebbe nel contesto delle ricerche minerarie di quei tempi) e qui a  seguire ci sono ad es. alcune righe che invitano sicuramente a riflettere ed analizzare il tutto con un'altra ottica.

 

NOTE STORICHE DA DOCUMENTI MINERARI ANTICHI.  "...di certo due argomenti sono particolarmente degni di interesse e sono in qualche modo legati: la questione della compagnia inglese per le miniere di Savoia e l'opera del cav. Spirito Nicolis di Robilant, nonché la preparazione tecnica di questi. L'attività della prima e le sue presunte colpe vengono viste solo dal punto di vista statale, punto di vista che ad un sommario sguardo ai documenti appare subito estremamente interessato e prevaricatorio, con tutte le conseguenze del caso. Quanto a Nicolis di Robilant, dalle mie ricerche è risultata eccessiva la considerazione che si aveva nelle sue capacità tecniche ed è emerso che gli sono stati riconosciuti meriti non propri, quali l'istituzione della Scuola Mineralogica (1752), il Progetto di Generale Coltivazione delle Miniere (idem) e fattiva partecipazione alla fondazione dell'Accademia delle Scienze (1783), meriti che in gran parte sono desunti da una vecchia biografia, senza tener conto che questa fu dettata da suo figlio.".....". Sempre a proposito di Nicolis di Robilant, va anche notato che la documentazione che lo riguarda mette in evidenza sconcertanti aspetti gestionali dello Stato piemontese di fine Settecento, in particolare le nomine clientelari degli alti ufficiali dell'esercito, cosa che non può non aver contribuito al tracollo dell'ancien regime. Egli fu certamente un brillante e giovane ufficiale d'artiglieria, fino a 25 anni, ma fu poi assegnato stabilmente al servizio minerario, per 20 anni, e, fallita la gestione statale delle miniere, si ritirò a vita privata, per 18 anni: quale esperienza poteva quindi avere quando, nel 1788, per intercessione dei suoi vecchi compagni e per benevolenza del nuovo re, del quale era stato paggio di corte, fu nominato Luogotenente Generale di Fanteria e Comandante del Corpo Reale degl'Ingegneri, con l'incarico di potenziare le opere di difesa contro la possibile invasione francese, puntualmente verificatasi con la facilità che sappiamo? É questo, credo, un aspetto che andrebbe meglio approfondito, ma non è mio compito." 

                                                                     (G.Pipino)

 

 

 

 

 

 

 

 

Approfondimenti di questa pagina

 

La scuola mineraria
Dai suoi Saggi
Robilant in Val d'Ayas

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